Qual è il vero gioco?
È il gioco nel quale il cuore si diverte,
il gioco nel quale tu ti diverti.
È il gioco che vincerai.

Maharaji (maestro spirituale indiano)

Che ruolo occupa il divertimento nei vostri allenamenti e poi nelle varie prestazioni? Divertimento, sì. Che cos’è? “Passare il tempo piacevolmente, provare piacere in qualche cosa”. E se lo dice la Treccani, fidatevi. Dalla mia esperienza, la maggior parte degli atleti si diverte soltanto quando vince o porta a casa il risultato. Tuttavia, anche nelle gare vincenti, ho difficoltà a notare un sorriso, un accenno di sorriso, o semplicemente un viso disteso. Certo, non suggerisco di scambiare il campo per un villaggio vacanze: sottovalutare una gara è l’ultima cosa a cui penso. Dico solo che il gioco è una cosa seria, ma pur sempre gioco rimane. E dato che lo sport è in primis questo: un gioco, e il gioco presuppone piacere e divertimento, mi sono spesso chiesta, appunto, dove fosse finito il divertimento.
A questo proposito, ricordo quello che Roberta Vinci, tennista numero otto del mondo, ha detto appena dopo aver vinto la semifinale US OPEN 2015 contro la numero uno del mondo, Serena Williams: «Mi sono svegliata questa mattina e mi sono detta: ok oggi ho la semifinale, cerca di divertirti, non pensare a Serena, gioca, divertiti divertiti divertiti e mai mi sarei aspettata di vincere. Non pensavo troppo al valore della partita in sé, quindi ho cercato di essere più tranquilla possibile, di godermi quei momenti che chissà se ricapiteranno mai». Ecco cosa intendo quando parlo del ruolo del divertimento nello sport.
Sappiano anche tutti gli appassionati dell’unico risultato utile (la vittoria) che Timothy Gallwey, considerato il “padre” del coaching moderno, pone il divertimento è alla base dell’incremento della prestazione. Se ci pensate, è un cambio di prospettiva importante rispetto all’idea che fonda l’eccellente prestazione soltanto sulla tecnica e sullo sforzo. Il nuovo triangolo proposto da Gallwey è Divertimento – Apprendimento – Prestazione. In altre parole, la performance migliora quando si poggia sul piacere di praticare lo sport scelto e sulla capacità di trarne nuovi insegnamenti durante e alla fine di ogni gara e/o allenamento. La dimensione del piacere e del divertimento permetteranno di abbassare la tensione e abbattere le aspettative, ed è proprio in quel momento che la prestazione può raggiungere il massimo esponenziale.
Perciò, mettete da parte un attimo il risultato e date valore a ogni gara, a ogni allenamento, e godetevi seriamente un gioco in cui crescere quasi senza accorgervene. Divertendovi potrete entrare in contatto in maniera più veloce e facile con le motivazioni più profonde che vi hanno portato a scegliere quello sport e a praticarlo con costanza e assiduità. Maggiore è il piacere, maggiori saranno i progressi che otterrete. Quindi buon divertimento e buona crescita!