Non di rado in campo partecipo a veri e propri momenti di magia: giocatori che per due, tre buche o addirittura nove di seguito, tirano ogni colpo con sicurezza e senza paura. Oppure leggono perfettamente il campo, la velocità del vento, le condizioni dell’erba o del bunker. O elaborano naturalmente strategie ottimali per gestire la gara e azzeccano sempre il bastone giusto per ogni colpo.

In fondo, sono loro stessi a dire: Mi sento magico! Non sbaglio un colpo! Oggi è tutto così semplice!

In questi casi, cosa succede al golfista? Le sue magie sono frutto di coincidenze isolate?

Sembrerebbe così ogni volta che questo “stato di grazia” finisce, e io devo rispondere a domande del tipo: Come ci sono riuscito? Come faccio a replicare quel colpo? La risposta però non sta nel mero gesto tecnico, ma nella capacità di replicare le condizioni positive di trance agonistica in cui vi siete assorti e da cui sono nate quelle magie. Non focalizzatevi sul colpo che avete giocato, dunque, ma riconoscete lo stato interiore che lo ha generato.

Volendo stilare una piccola guida per recuperare l’esperienza “magica”, una sorta di ricetta per ottenere la giusta “pozione”, vi consiglio allora di concentrarvi sul respiro, l’energia e gli organi di senso. Naturalmente, la pozione va assunta prima di entrare in campo: il momento più importante è quello in cui si decide di lasciare fuori dal terreno di gioco ogni fonte di distrazione e preoccupazione.

Sgomberate la mente da ogni pensiero agganciandovi al respiro. È il diaframma che mescola la pozione e, al tempo stesso, bilancia l’adrenalina che in dosi eccessive indurrebbe a un’eccitazione poco gestibile. Una buona tecnica respiratoria vi connette meglio, prima di tutto, con voi stessi, e poi con il campo. Adesso i piedi sono ben ancorati al terreno, che gli rimanda energia e linfa vitale; l’olfatto riconosce il profumo dell’erba su cui camminate, o quello dei fiori portato dal vento amico; il tatto è al massimo della percezione, voi siete un tutt’uno con il bastone e ormai riuscite a godere anche con l’udito il giusto impatto della pallina; con la vista, infine, vi sembra di indovinare già la traiettoria che la manderà in buca.

Come dite? Manca il gusto? Mettete in pratica la ricetta: sentirete di nuovo il sapore del colpo magico!

Articolo originariamente pubblicato su Golfando il 19 luglio 2016